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Petrolio e difesa regione, Romaniello: “Fare fronte comune”
17 ottobre 2015, 11:39
Per il consigliere del Gm “il governo, in presenza di una richiesta di referendum avanzata da dieci regioni, piuttosto che aprire un confronto serio in sede di conferenza Stato Regioni, va avanti per la sua strada al servizio di compagnie petrolifere”
(ACR) - “La decisione del governo di autorizzare la Schell alla ricerca nello Ionio non deve far meravigliare nessuno e farci indignare in tanti di fronte a tanta arroganza di questo governo che in presenza di una richiesta di referendum avanzata da dieci regioni, piuttosto che aprire un confronto serio in sede di conferenza Stato Regioni, al fine di trovare un’intesa sulle strutturali e sostanziali modifiche allo sblocca Italia e quindi al superamento degli articoli dal 35 al 38, va avanti per la sua strada di governo al servizio delle compagnie petrolifere”.
Lo dichiara il consigliere regionale del Gruppo misto, Giannino Romaniello per il quale “questo non è un governo del fare, ma del lasciar fare ai poteri forti. Un governo forte con i deboli e debole con i forti nella migliore tradizione della cultura antidemocratica della destra italiana ed europea”.
“Di fronte a questo ennesimo attacco alla democrazia ed alle prerogative delle istituzioni dei territori – continua - non bisogna dividersi fra istituzioni e cittadini ma costruire un fronte comune pur dentro le legittime e articolate posizioni politiche. Il tema oggi non è chi ha impugnato prima il vessillo del no alle estrazioni in mare e della difesa delle prerogative regionali, quanto piuttosto chi è capace di rinunciare a fare il primo della classe nell’interesse dei cittadini piuttosto che della propria parte politica sia esso partito o movimento”.
“Si tratta quindi – dice Romaniello - d’individuare più e nuovi luoghi di confronto in grado di costruire un ampio movimento di opposizione sociale e politico in difesa delle prerogative regionali e nel nostro caso in difesa della identità della Basilicata che gradualmente il governo nazionale sta mettendo in discussione se si esclude la positiva esperienza che riguarda Matera capitale della cultura. Sul tema energia come sulle prerogative regionali in materia di territorio ed ambiente ( titolo V della Costituzione) siamo di fronte alla assenza del governo nazionale di scelte strategiche sul primo e alla volontà di destrutturazione del sistema di relazioni democratiche sul secondo”.
“L’ultimo esempio di tale atteggiamento – aggiunge - riguarda la ipotesi di soppressione della Corte di Appello. Lo smembramento della regione lo si sta attuando sfilando un pezzo alla volta. A questa strategia bisogna contrapporre un progetto compiuto di difesa della regione evitando corporativismi e localismi dentro una strategia meridionalista in grado di misurarsi con i necessari processi di cambiamento ed innovazione. La difesa di tutto e di tutti a prescindere dagli interessi più generali di un’area qual è quella meridionale non porta da nessuna parte. Urge quindi rilanciare la strategia dell’unità fra territori e categorie sociali per difendere diritti e bisogni di questa parte del Paese, come emerso da dichiarazioni e diverse iniziative tenutesi in Basilicata e non solo, non ultimo il convegno della Cgil a Potenza”.
“Il Consiglio regionale – conclude Romaniello - con gli atti assunti e quelli che assumerà, non ultimo i referendum e la difesa della Corte di Appello, sta cercando di essere in sintonia con il sentire comune dei lucani. Altrettanto bisogna fare sulle infrastrutture, superando provincialismi stupidi se si vuole rispondere ai bisogni dei cittadini piuttosto che a quelli di singoli rappresentanti istituzionali e dei relativi partiti di appartenenza”.
L.C.