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Agricoltura, Castelluccio: negativi dati Banca d’Italia
12 novembre 2015, 14:58
Il consigliere regionale di Forza Italia sottolinea che: “Dalla Banca d’Italia si hanno conferme sulle grandi sofferenze dell’agricoltura e del Metapontino”
(ACR) - “Il nuovo dato negativo sull’occupazione in agricoltura contenuto nel rapporto della Banca d’ Italia sul calo dell’occupazione che segna l’8,7 per cento in meno nel primo semestre 2015 che, scorporato, sale al 18,8 per cento in meno nel secondo trimestre scorso, è una conferma delle grandi sofferenze del mondo agricolo lucano, soprattutto nel Metapontino, dove si concentra la quota più consistente di occupazione e produzione lorda vendibile”. E’ il parere del consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Castelluccio, per il quale “a completare il quadro della situazione a tinte fosche c’è l’export di prodotti agricoli lucani che, nel primo semestre dell’anno, è a meno 11,4 per cento per un giro di affari di 20 milioni di euro”.
“E quando cala l’export agricolo – sottolinea Castelluccio - è l’intera economia del Metapontino a rimetterci. Sono queste le ragioni che non ci convincono dei toni ottimistici usati dal presidente Pittella nella recente seduta del Consiglio dedicata al Masterplan perché – afferma – non è certo lo stabilimento Fca di Melfi a risolvere i problemi dello sviluppo e dell’occupazione. Difatti, all’andamento dell’automotive è in larga parte attribuibile l’espansione delle esportazioni che, nel primo semestre dell’anno, sono più che raddoppiate rispetto al periodo corrispondente dello scorso anno. Anzi, la profonda sottovalutazione della crisi del settore agricolo, una volta definito settore primario, nonostante le manifestazioni di protesta degli allevatori e della Coldiretti per la vicenda latte, ha un’influenza maggiormente negativa”.
“E come ci ricorda Coldiretti – fa notare Castelluccio - gli allevatori italiani hanno perso in un anno oltre 550 milioni di euro perché il latte viene pagato al di sotto dei costi di produzione, con una riduzione dei compensi di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno su valori inferiori a quelli di venti anni fa mentre al consumo i prezzi non calano. Perciò concentrarsi su automotive e petrolio – dice ancora Castelluccio – produce l’effetto di marginalizzare ulteriormente l’attività di aziende e di produttori agricoli”.