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Ddl art. 14 legge 161/2014, parere favorevole in IV Ccp
25 novembre 2015, 15:28
Auditi il presidente della Giunta, Marcello Pittella e i dirigenti generali del Dipartimento politiche della persona, Donato Pafundi, dell’Azienda ospedaliera S. Carlo, Rocco Maglietta, dell’Asp, G.Battista Bochicchio e del Crob, Giuseppe Cugno
© 2013 - Seduta Quarta Commissione alla presenza del presidente Pittella
(ACR) - Nel corso della seduta presieduta dal consigliere Bradascio (Pp), la quarta Commissione consiliare (Politica sociale), ha espresso parere favorevole, a maggioranza, in merito al provvedimento della Giunta regionale concernente il: “Disegno di legge regionale recante ‘Disposizioni urgenti per l’applicazione dell’articolo14 della legge 30 ottobre 2014, n.161”, che ora passa all’esame definitivo dell’Aula. Sì dei consiglieri: Bradascio (Pp), Miranda Castelgrande, Spada e Polese (Pd), Pietrantuono (Psi). Astensione da parte del consigliere Benedetto (Cd) che si è riservato di esporre la propria posizione che necessità di chiarimenti ulteriori in Consiglio regionale. Prima della votazione sul provvedimento, il consigliere Pace (Gm) a nome di tutti i gruppi di opposizione (consiglieri Leggieri - M5s; Romaniello – Gm; Napoli - Pdl-Fi; Rosa - Lb-Fdi; Mollica - Udc) ha comunicato che la minoranza non avrebbe partecipato al voto in Commissione, ritenendo di portare direttamente in Aula la discussione in merito alle perplessità sorte nel corso del dibattito.
Il presidente Pittella ha fatto la cronistoria della vicenda normativa a partire dalla direttiva Ue del 2003 fino alla stesura del disegno di legge in zona Cesarini, dopo le reiterate comunicazioni al Governo rimaste inevase. “ Il tema vero – ha detto Pittella – è la organizzazione più complessiva del Servizio sanitario regionale. Abbiamo dovuto registrare le posizioni disparate delle varie Regioni nessuna delle quali ha deliberato, a parte il Veneto che ha adottato un provvedimento, ma lasciando alle stessa stregua delle altre Regioni, la materia ai Direttori generali. Unico disegno di legge, quindi, quello della Regione Basilicata che ha pensato di affidarsi ad un’azione legislativa di tipo diverso, senza attendere gli esiti finora quantomeno poco conosciuti della legge 161 del 2014. In pratica la Regione Basilicata – ha continuato Pittella – ha pensato ad una operazione con un duplice obiettivo: il primo è quello della creazione di una task force composta dai direttori generali, il Dipartimento, la Presidenza dell’Ente, alte competenze nazionali ed internazionali che inizi a lavorare, in parallelo con il Consiglio regionale e le organizzazioni sindacali, le autonomie locali e i cittadini per la riorganizzazione sanitaria in senso ampio; il secondo consiste nel fare una legge che potrebbe anche avere i caratteri della illegittimità, questo lo stabiliranno poi gli organi competenti, ma con una interpretazione più estensiva degli articoli 4 e 7 della legge 161. Proviamo, in questo modo, ad ‘agguantare’ il provvedimento nazionale con una normativa che trovi subito applicazione pratica. Quello che necessita – ha specificato Pittella – è entrare maggiormente nel merito della sostenibilità, della occupazione, del numero dei posti letto, di tutto quello che va rivisitato per una riorganizzazione efficace e funzionale del Sistema sanitario regionale. La nostra vuole essere una risposta di sicurezza e appropriatezza, nei limiti della economicità e recuperando opportunità di lavoro diverse da quello stabile. Bisogna provare – ha concluso – a fare sistema”.
Il dirigente generale del Dipartimento “Politiche della persona”, Donato Pafundi, ha spiegato che: “La norma sta interessando l’intera situazione nazionale, anche se la Basilicata presenta indubbie specificità, riconducibili, anche, alla mancanza di forza lavoro cui hanno potuto ovviare le altre Regioni. Nella nostra regione, infatti – ha proseguito Pafundi – è molto più presente il pubblico rispetto al privato e, quindi, i cittadini sono coinvolti in misura maggiore. Un sistema pubblico forte ed una forte presenza pubblica: è questo che caratterizza il Sistema sanitario regionale. Per quanto concerne il fatto che si è arrivati praticamente alla scadenza ultima per trovare il rimedio più opportuno, c’è da dire che la tematica non è certamente frutto di una analisi condotta negli ultimi giorni, ma scaturisce da prese di posizione e decisioni valutate nel tempo, in attesa che si chiarisca definitivamente la normativa nazionale”.
Con l’articolo 1 del disegno di legge si impegna la Giunta regionale ad adottare, entro il 31 luglio 2016, i provvedimenti di riorganizzazione e di razionalizzazione delle strutture e dei servizi dei propri enti sanitari nell’ambito delle azioni già intraprese in applicazione del Decreto ministeriale 2.4.2015 n.70, al fine di garantire la piena attuazione di quanto disposto dall’articolo 14 della legge 30 ottobre 104, n.161 ed assicurare la continuità nell’erogazione dei servizi sanitari, dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l’ottimale funzionamento delle strutture. Per tale finalità viene istruito, entro dieci giorni dall’entrata in vigore della legge, un apposito comitato tecnico composto da rappresentanti della Regione e delle Aziende ed Enti del Ssr che potrà avvalersi dell’eventuale supporto di agenzie nazionali e di comprovati esperti del settore. L’Articolo 2 del ddl nelle more della definizione della nuova disciplina contrattuale nazionale in relazione alle disposizioni contenute nel Decreto legislativo 66/2003 ed in considerazione della circostanza che a livello nazionale sono tutt’ora presenti dubbi sull’interpretazione di alcune disposizioni dello stesso decreto legislativo 66/2003 e sulla estensione di alcuni concetti dallo stesso enunciati, detta disposizioni interpretative uniformi circa il calcolo della durata massima settimanale di 48 ore dell’orario di lavoro, l’attività libero professionale che concorre al computo dei limiti orari di cui agli articoli 4 e 7 del D.Lgs n.66/2003 ed i riposi giornalieri inferiori ad undici ore possibili in presenza di eventi eccezionali e non prevedibili o assenze improvvise.
La discussione in Commissione è stata lunga e dai toni poco concilianti. Vi hanno preso parte i consiglieri Rosa, Romaniello, Leggieri, Galante che ha presentato un proprio emendamento, Cifarelli e Mollica che ritiene “di non poter votare una norma che ha i connotati della incostituzionalità alla quale, tra l’altro, si è giunti dopo colpevoli ritardi, tant’è che si è fatto ricorso ai ripari, chiedendo al Consiglio regionale di ‘metterci una pezza’. Tutto questo – ha concluso – senza contare l’effettivo ulteriore fabbisogno in termini di personale per garantire i servizi fin qui erogati con la relativa mancanza di copertura finanziaria”.
Hanno partecipato alla Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Paolo Galante (Ri), Carmine Miranda Castelgrande, Mario Polese, Achille Spada e Roberto Cifarelli (Pd), Francesco Pietrantuono (Psi), Aurelio Pace e Giannino Romaniello (Gm), Gianni Leggieri (M5s), Francesco Mollica (Udc), Nicola Benedetto (Cd) e Michele Napoli (Pdl-Fi) che ha abbandonato i lavori, riservandosi di esprimere il proprio parere in Aula, “soprattutto in merito al carattere di incostituzionalità dell’atto”.




