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Petrolio, Lacorazza: bene marcia indietro Governo

14 dicembre 2015, 13:15

Il presidente del Consiglio regionale: “La democrazia italiana è viva e le Regioni non sono ai margini ma al centro di un percorso di dialogo istituzionale quando riescono ad interpretare con forza il loro ruolo di tutela degli interessi dei territori”

(ACR) - “Con l’emendamento presentato in Commissione bilancio della Camera il Governo sembra fare marcia indietro su tutta la linea in materia di autorizzazioni per le attività petrolifere. E’ una buona notizia, che spero venga confermata dal voto dell’Aula. E’ una vittoria delle Regioni italiane che hanno chiesto di ripristinare il principio di leale collaborazione fra istituzioni, dopo la manifestazione di Policoro e la sottoscrizione del manifesto di Termoli. E’ una vittoria dei Consigli regionali, che insieme ai presidenti delle Regioni hanno vissuto una fase di positivo protagonismo. Ma è anche una vittoria dei cittadini e delle associazioni che hanno sostenuto questa battaglia con i loro autonomi punti di vista. Ed è la conferma che senza i referendum oggi non staremo qui a parlarne”.

Così il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza commenta la presentazione di un emendamento alla legge di stabilità che in sostanza prevede il blocco dei procedimenti in corso entro le 12 miglia dalla costa (mare territoriale), l'eliminazione della dichiarazione di strategicità, indifferibilità ed urgenza delle attività petrolifere (sostituita con la pubblica utilità), la cancellazione del vincolo preordinato all'esproprio della proprietà privata già a partire dalla ricerca degli idrocarburi, la limitazione delle attività di ricerca e di estrazione attraverso l'eliminazione delle proroghe, la garanzia della partecipazione degli enti territoriali ai procedimenti per il rilascio dei titoli minerari.

“E’ il primo effetto dei sei quesiti referendari proposti dalle Regioni – afferma ancora Lacorazza – che non erano ‘contro’ il Governo, ma ‘per’ tutelare le prerogative delle Regioni. Ora attenderemo che venga completato l’iter parlamentare della legge di stabilità, a cui seguirà il pronunciamento della Corte costituzionale. Ma intanto emerge un importante messaggio politico – istituzionale: la democrazia italiana è viva e le Regioni non sono ai margini ma al centro di un percorso di dialogo istituzionale quando riescono ad interpretare con forza il loro ruolo di tutela degli interessi dei territori. E ciò è ancora più importante perché, dopo l’accordo di Parigi, occorre riscrivere la strategia energetica nazionale e bisognerà farlo insieme ai territori e non contro di loro”.

A parere di Lacorazza “sullo sfondo c'è poi il tema della riforma costituzionale. Occorrerà verificare in che modo sia possibile contemperare le prerogative dello Stato, che con la riforma si riappropria delle competenze in materia di energia, e le esigenze dei territori, che sarebbe ben strano vedere nuovamente emarginati dopo la marcia indietro del governo sulle procedure per le autorizzazioni petrolifere. E che, soprattutto, con il nuovo articolo 116 sulle competenze differenziate potranno, sulla base di una rinnovata capacità di gestione e di programmazione, aspirare a conquistare competenze e poteri in materia di governo del territorio. Può sembrare difficile, ma in fondo è la stessa cosa che molti avevano detto quando è iniziata l'avventura dei referendum. Ora possiamo riprovarci, facendo valere le buone ragioni dei territori e degli enti locali. Raccogliendo la sfida dell’efficienza senza perdere la qualità del percorso democratico”. 

Redazione Consiglio Informa

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