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Lucani insigni 2015, Victor Salvi

14 dicembre 2015, 14:33

Eccellente arpista e imprenditore di successo, esportò negli Usa l’arte del tradizionale strumento popolare: l’arpa. La sua è una storia da romanzo che parte da Viggiano e finisce in Piemonte

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(ACR) - Il musicista e imprenditore italo americano Victor Salvi, scomparso nel maggio 2015 all’età di 95 anni, è stato tra i vincitori del premio Lucani Insigni 2015. Nato a Chicago nel 1920 da genitori italiani in una famiglia di musicisti portò a Piasco nel 1974 la rinomata azienda, la N.S.M (Nuovi strumenti musicali) fondata a Genova nel 1957 le cui arpe suonano oggi nei maggiori teatri del mondo. Di madre viggianese, Salvi negli Stati Uniti ha ricoperto il ruolo di Prima arpa della Philarmonic Orchestra di New York e della Nbc Orchestra sotto la direzione del maestro Toscanini. Successivamente scoprì che la sua primaria passione non erano i palcoscenici dei grandi teatri quanto piuttosto il profumo della bottega artigiana dove suo padre costruiva gli strumenti. E’ finita a quel punto la storia del musicista ed cominciata quella del liutaio.


Viggiano e l’arpa

“Il paese è grande, ma nemmeno piccolo, l’aria ottima, pittoreschi i dintorni; le rovine di Grumentum a pochi passi: arpeggiamenti per tutto, che fanno di Viggiano l’Antissa della Lucania”. Così nel 1884 Giovanni Pascoli raccontava in una missiva all’amico Giosué Carducci l’esperienza in Val d’Agri (era stato chiamato come commissario d’esame presso il Convitto del Ginnasio “Silvio Pellico”), il poeta romagnolo era rimasto colpito da questo continuo risuonare di suoni d’arpa tanto da paragonare Viggiano ad Antissa, il paese greco famoso nel mondo per i suoi suonatori di cetra.

Come altri paesini italiani del centro nord Viggiano era noto già allora per il fenomeno dei musicanti di strada. Si trattava di una forma di emigrazione che nel caso dei viggianesi assumeva una connotazione particolare: non suonavano gli strumenti classici degli artisti di strada come la chitarra o il mandolino ma violini, flauti e arpe diatoniche dette “portative”, perché portate e suonate a tracolla e spesso costruite dagli stessi musicisti. Arie famose, canzoni napoletane e della tradizione lucana: questo si tramandavano di padre in figlio i viggianesi insieme ai segreti per la costruzione dei loro antichi strumenti. La musica era una via d’uscita dalla miseria. Tra Ottocento e Novecento i musicanti di strada raggiunsero le piazze delle maggiori città d’Europa e degli Stati Uniti. Il substrato musicale di Viggiano raggiunse uno sviluppo tale che nella piccola comunità lucana si originò una florida tradizione di eccelsa liuteria con la produzione di arpe destinate a musicisti celebri e facoltosi.

Questa antica tradizione, negli ultimi anni riscoperta e valorizzata, ha fatto di Viaggiano la “Città dell’arpa e della musica” con iniziative e manifestazioni legate all’arpa e alla sua storia. Dalla Rassegna dell’Arpa viggianese alla Scuola di Arpa popolare fino ai numerosi corsi estivi sull’utilizzo degli strumenti musicali a corda, sono molti gli eventi organizzati che vedono anche l’esibizione di nomi di fama internazionale.


La famiglia Salvi

La tradizione dell’arpa viggianese ha incrociato la vita di un grande musicista e imprenditore italo - americano, Victor Salvi. La storia della famiglia Salvi è tutta legata alla musica e allo strumento detto “la musa delle sette note”. Victor nasce nel 1920 a Chicago da genitori italiani, padre veneziano e madre viggianese, proprio a Viggiano infatti si conobbero e sposarono papà Rodolfo e mamma Apollonia Paoliello. Tutto inizia però a Venezia dove Rodolfo Salvi cresce in una famiglia di musicisti grazie alla quale entra in contatto con personalità come Richard Wagner e Franz Liszt. A Venezia la moglie Livia contrae la tubercolosi, malattia incompatibile con il clima veneziano, da qui il trasferimento a Viggiano dove oltre ad assicurare le necessarie cure alla moglie Rodolfo pensa di portare avanti la tradizione liutaia della sua famiglia e permettere altresì al primogenito Alberto lo studio dell’arpa.

Rimasto vedovo Rodolfo frequenta e sposa una nuova donna, Apollonia, con la quale nel 1909 partirà per gli Stati Uniti al seguito suo clan familiare, i Paoliello, molti dei quali avevano fatto fortuna in America. A Chicago la coppia ha altri tre figli l’ultimo dei quali, Victor, come tutti i fratelli (il primogenito Albert diventerà prima arpa al Metropolitan di New York) si appassiona sin da piccolo a quel curioso strumento capace di un suono tanto melodioso.

Le solide radici musicali di Victor, unite al suo grande talento, gli garantiscono l’esibizione nelle più importanti orchestre americane. Inizia come compositore e arpista (insieme alla sorella Aida) dell’Opera di Chicago, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si arruola in Marina ma non parte per il fronte, suona invece nella Great Lakes Naval Station Band. A guerra finita diventa prima arpa della Philharmonic Orchestra di New York e della NBC Orchestra sotto la direzione di Arturo Toscanini. Nel corso delle tournèe Victor, così come tante volte aveva visto fare al padre, inizia a riparare l’arpa e a conoscerne la meccanica e l’ingegneria. Apre così i primi laboratori a Chicago e New York, dedicando meno tempo alla musica e concentrandosi di più sulla produzione dei modelli iniziando a portare i prototipi in giro per il mondo. L’intendo di Salvi è quello di costruire un’arpa che superi in qualità di suono e manifattura tutte quelle esistenti, ma per farlo ha bisogno di un’artigianalità che negli Stati Uniti fatica a trovare.


Victor Salvi e l’esperienza imprenditoriale

Nel 1956 Victor ha deciso che la sua vera passione non sono i palcoscenici dei grandi teatri quanto piuttosto il profumo della bottega artigiana dove suo padre costruiva gli strumenti. Decide così di trasferirsi in

22.6.2015_Lagopesole_Julia Salvi ritira il premio alla memoria di Victor da Vito Giuzio_ 2_foto di Roberta Pecora

© 2013 - 22.6.2015_Lagopesole_Julia Salvi ritira il premio alla memoria di Victor da Vito Giuzio_ 2_foto di Roberta Pecora

Italia e dopo un breve soggiorno a Londra, dove conosce Julia, la donna che gli starà a fianco fino alla fine, arriva a Genova dove apre un laboratorio in una splendida dimora cinquecentesca, Villa Maria. In Liguria Victor rimane fino a quando non gli è chiaro che per raggiungere la perfezione, per costruire un’arpa che suoni “in modo dolce come un sussurro e con le sfumature di un’intera orchestra”, ha bisogno di artigiani che si tramandano la sapienza del mestiere di generazione in generazione.

L’azienda Salvi si trasferisce così in Piemonte, nell’antico Marchesato di Salluzzo, dove affonda le radici una lunga tradizione di artigianato del legno: dai maestri minutieri agli scultori agli intarsiatori. Sempre con l’obiettivo di perfezionare le sue arpe e rendere esclusivo il marchio Salvi alla fine degli anni ’70, convinto dalla capacità specializzata e dall’ambiente artigianale della Valle Varaita, trasferisce la produzione prima a Manta poi a Piasco, nello stabilimento dell’ex cotonificio Wild, dove oggi si producono circa 2000 arpe l’anno suonate dall’80% degli arpisti di tutto il mondo. Nella Salvi Harps NSM lavorano una novantina di dipendenti, personale specializzato nelle varie fasi costruttive: dalla cassa armonica alla verniciatura, dalla doratura all’accordatura.

Oltre alla linea della produzione c’è quella della riparazione e del restauro. “Non esiste altro posto al mondo dove sia possibile riparare le arpe” spiega la moglie Julia, presidente della Fondazione Victor Salvi che continua a girare il mondo per ritirare premi e riconoscimenti. A Piasco rivivono strumenti antichi e rarissimi che Victor scovava ovunque insieme ai suoi collaboratori e che da alcuni anni è possibile ammirare nello spazio espositivo del Museo dell’Arpa, aperto nel gennaio 2006. Si tratta di una struttura polifunzionale, posta proprio al di sopra dei locali della fabbrica, costituito da uno spazio espositivo, un auditorium e l’archivio storico. Il museo, che evoca la forma di una cassa armonica e offre la suggestiva possibilità di assistere al lavoro degli artigiani nel laboratorio di falegnameria, in pochi anni è diventato riferimento mondiale per tutti i cultori dell’arpa: vengono organizzate visite guidate per scolaresche, master class per arpisti, concerti ed eventi tutto l’anno.

Victor e Julia hanno vissuto tra la Provenza, l’Inghilterra e l’America fino alla morte del celebre arpista e imprenditore avvenuta il 10 maggio 2015. Salvi ha mantenuto con Viggiano un legame intenso e affettivo anche se, nonostante fosse stato più volte sollecitato, non ha mai deciso di stabilirvi un’azienda per la costruzione di arpe, soprattutto per ragioni di approvvigionamento di componenti meccaniche e di mercato. Nel 1989 fece tuttavia un grande dono al paese di sua madre accettando l’invito dell’Amministrazione comunale di organizzare un concorso nazionale di arpa dove mise a disposizione molti dei gioielli della sua collezione. Fu proprio in quell’occasione che venne pubblicato un primo studio organico sull’arpa e sugli arpisti viggianesi e, subito dopo, istituito per la prima volta un corso di arpa. Nel 2006 il Comune di Viggiano, contestualmente alla proclamazione di Città dell’Arpa e della Musica, conferirà a Victor Salvi la cittadinanza onoraria. (C. S.)

Fonti

Intervista a Julia Salvi _ Lagopesole, 22 giugno 2015

Comune di Viggiano
http://www.comuneviggiano.it/

Associazione italiana arpa
http://www.associazioneitalianarpa.it/

L’azienda Salvi
http://www.salviharps.it/

“L’arpa perduta” di Enzo Vinicio Alliegro

“Viggiano: storia di musica, musicanti, musicisti e liutai” di Enzo Vinicio Alliegro 

Redazione Consiglio Informa

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