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Mollica: “Basilicata, da sempre terra di accoglienza”

31 gennaio 2017, 13:28

Lo ha detto agli studenti presenti alla manifestazione “Custodire la Memoria, Raccontare la Memoria”, svoltasi a Venosa, il Presidente del Consiglio regionale invitandoli a saper valorizzare sempre la ricchezza che vi è nell’altro

© 2013 - L'intervento del Presidente Mollica

© 2013 - L'intervento del Presidente Mollica

(ACR) - “L’interesse con cui avete seguito la manifestazione, la profondità delle domande che avete posto agli storici, l’originalità delle iniziative che avete presentato in questa sala hanno mostrato una straordinaria sensibilità. Una partecipazione che non è stata superficiale adesione ma convinto contributo ad una idea alta, vitale, entusiasmante: quanto sia pericoloso stendere un velo su un passato ingombrante e osceno, quale quello della Shoah, e quanto, invece, sia fondamentale offrire il proprio contributo nel progetto di costruzione della pace”. Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Francesco Mollica, nel trarre le conclusioni della manifestazione sul giorno della memoria 2017 “Custodire la Memoria, raccontare la Memoria”, tenutasi a Venosa, presso l’Aula magna dell’Iis Battaglini.

“La nostra terra, la Basilicata - ha proseguito Mollica – è stata da sempre terra di accoglienza. Una certezza che ci viene dalle testimonianze storiche e che ci rende particolarmente fieri. Una terra che è riuscita a dare riparo, aprendosi all’integrazione, l’unico vero strumento per un reale inserimento nella società dei tanti immigrati. E’ necessario tenere sempre presente che l’interculturalità è la dimensione del nostro futuro. A Matera esisteva una comunità ebraica alla fine del XV secolo. Certa è anche la presenza della comunità ebraica di Tricarico e quella significativa di Venosa. Un esempio di come la Basilicata si è mostrata da sempre incline ad accogliere culture diverse. Un esempio di cosa possa significare incontrarsi e rispettarsi”.

“Il Giorno della Memoria – ha sottolineato Mollica - è stato vissuto come un atto di riconoscimento della storia: come se tutti ci fossimo affacciati dai cancelli di Auschwitz a riconoscervi il male che è stato. La manifestazione di oggi con il prezioso contributo dei relatori che ci hanno guidato nel percorso di conoscenza e analisi, degli insegnanti che hanno affrontato il tema della Shoah con approcci alternativi alla tradizionale lezione di storia, come la musica, il ballo, l’interpretazione di poesie; metodi efficaci per coinvolgere gli studenti in un lavoro di rielaborazione, gli sforzi delle Istituzioni nel progettare percorsi di formazione vanno tutti in un’unica direzione: quello di inventare un avvenire diverso. Un avvenire che faccia del dialogo l’obiettivo più importante”.

“Con questa iniziativa – ha concluso Mollica – abbiamo voluto commemorare le vittime, evitando la pericolosa insidia della retorica, dando forza ad un principio: stimolare sempre uno studio critico della storia, comparandola anche con episodi  inquietanti del nostro presente che potrebbero rischiare di divenire pagine altrettanto brutte. La conoscenza, e quindi, la consapevolezza democratica, cari ragazzi, sia sempre la vostra bussola per vigilare e scardinare ogni forma di razzismo e violenza, e contribuire, così a  costruire una società più libera e progredita”.

“Lascio la sala con un unico dubbio – ha concluso Mollica - se l’origine giudaica di Orazio sia un’ipotesi puramente letteraria. Un  interrogativo nato da un’attività preziosa quale lo studio e che vi invito a vivere, sempre, con passione e con spirito vivo”.




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