sabato, 23 nov 2024 11:28
Eni, Romaniello: da Descalzi inaccettabile ricatto
30 marzo 2017, 14:04
Il consigliere del Gruppo misto replica alle dichiarazioni dell’amministratore dell’ Eni Descalzi circa "la cessazione di ogni tipo di contrasto alle estrazioni, in Val d'Agri, quale condizione essenziale per la realizzazione di ipotetici investimenti"
(ACR) - “Da Descalzi inaccettabile ricatto ai lucani". Questa la dichiarazione del consigliere Romaniello, che continua: "Non ci stupiscono le parole espresse dall’amministratore di Eni, Claudio Descalzi, in occasione dell’Offshore Mediterranean Conference di Ravenna, parole inaccettabili nel metodo e nel merito e che non tengono in alcun conto della ormai chiara avversione dei lucani alle estrazioni petrolifere. Inaccettabile l’esplicito ricatto con cui Descalzi indica, come condizione essenziale per la realizzazione di ipotetici e cospicui investimenti in Val d’Agri, tutti da verificare, la cessazione di qualunque tipo di contrasto alle estrazioni”.
“Ribadiamo – continua Romaniello - ancora una volta che la difesa del territorio e la salvaguardia della salute del lucani non può essere merce di scambio e non può essere barattata con promesse di investimenti che, per altro, in questi anni non ci sono stati e che in alcun modo hanno controbilanciato in termini di sviluppo l’enorme danno ambientale che le estrazioni hanno causato al territorio interessato dalle stesse, anche a seguito della mancata realizzazione di un sistema innovativo ed efficace di monitoraggio ambientale. A Descalzi ricordiamo, inoltre, che lo stesso accordo sottoscritto nel 1998 prevedeva una serie di interventi che, o non si sono realizzati, o sono partiti solo in questi ultimi anni. In ogni caso, quello che è mancato è stata la disponibilità da parte di Eni ad attuare una corretta informazione e trasparente comunicazione dei dati sugli effetti che un impianto come quello di Viggiano determina sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista sanitario”.
“Mai Eni ha individuato – dice Romaniello - in un rapporto chiaro con il mondo dell’associazionismo ambientale e, quindi, con le popolazioni del territorio da queste rappresentate, un modello di confronto capace di valorizzare l’apporto ed i contributi delle parti sociali e del mondo ambientalista finalizzati a contenere realmente gli effetti negativi del processo di estrazione e dall’altro di promuovere un modello di economia indotta in grado di favorire lo sviluppo di attività produttive eco-compatibili ed in grado di impedire un ulteriore impatto negativo sulle attività del comparto primario fortemente sviluppate nell’area della Val d’Agri. Confindustria di Basilicata, piuttosto che assecondare in modo subalterno tutto quanto fino ad oggi fatto da Eni sul territorio lucano, senza mai candidarsi ad essere soggetto di promozione di un modello di relazioni più avanzato di quello tenuto fino ad ora da Eni con le Organizzazioni sindacali, farebbe bene a puntare alla promozione del territorio lucano attraverso l’insediamento di attività ambientalmente compatibili, a partire da quelle legate al ciclo dei rifiuti e bonifica del territorio”.
“Serve una nuova stagione di relazioni sindacali ed istituzionali – sostiene il consigliere - al fine di aprire una nuova fase nel processo di rafforzamento del nostro sistema di Pmi, con particolare riguardo a quelle ancorate al territorio ed alle sue risorse, nonché alla definizione di nuovi strumenti di politica industriale capace di essere attrattiva nei settori della ricerca e delle nuove tecnologie, e in grado di valorizzare le peculiarità agro-alimentari del territorio anziché immaginare nuovi mega investimenti in settori tradizionali o legati ad energie impattanti come quelle del petrolio. Alle responsabilità di Eni su quanto di negativo fino ad oggi registrate in Val d’Agri – conclude Romaniello - vanno aggiunte quelle della Regione e degli Enti, quali Arpab e Aziende sanitarie, rispetto alla mancata attuazione delle misure a salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini che in nessun modo può essere barattata con la creazione di iniziative produttive”.