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Mollica: “Assicurare lo studio del diritto e dell’economia”

28 aprile 2017, 17:04

Il presidente del Consiglio regionale ha partecipato a Potenza al convegno promosso dall’Associazione professionale insegnanti scienze giuridiche ed economiche

© 2013 - 28.4.2017_Convegno Apidge su insegnamento diritto ed economia_Infante, De Filippo, Mollica, Sina

© 2013 - 28.4.2017_Convegno Apidge su insegnamento diritto ed economia_Infante, De Filippo, Mollica, Sina

(ACR) - “Sono ancora tante le scuole in cui non viene assicurato lo studio sistematico del diritto e dell’economia politica. E’ incomprensibile che gli studenti liceali italiani si trovino a digiuno di ogni conoscenza economica, giuridica o sociale, considerato che molti di loro proseguono gli studi universitari proprio nella facoltà di scienze sociali, quali economia, giurisprudenza, economia aziendale, sociologia, statistica, scienze politiche”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica, che è intervenuto nel convegno dal titolo “L’insegnamento del diritto e dell’economi politica per la promozione delle competenze”, che si è svolto oggi a Potenza su iniziativa dell’Associazione professionale insegnanti scienze giuridiche ed economiche. A parere di Mollica “l’economia deve essere una disciplina accessibile agli studenti di tutte le scuole di secondo grado. È opportuno potenziare il Liceo economico sociale che già esiste come branca del Liceo delle scienze umane e allo stato attuale corre il rischio di non essere adeguatamente valorizzato a causa di una non piena autonomia. È per questo necessario procedere da un lato a una modifica ordinamentale per la valorizzazione delle discipline economiche anche all’interno del percorso dei licei scientifico e classico. L’immissione in ruolo di docenti dalle graduatorie ad esaurimento può aiutare a colmare questo vuoto: la presenza negli organici funzionali di docenti di classi di concorso affini all’economia (e, allo stesso modo, al diritto) permetterebbe di estendere la progettualità sui temi economici.

“In Italia – ha aggiunto - manca un vero e proprio liceo economico, mentre negli altri Paesi europei a questo indirizzo è attribuita la massima importanza. Per dare al Liceo economico sociale una dignità paragonabile ai licei classico o scientifico è però necessario formare adeguatamente i docenti e anche decidere quale economia si vuole davvero insegnare. Anche per colmare il problema dell’analfabetismo finanziario. Secondo un’indagine dell’Ocse sulle competenze dei quindicenni scolarizzati, dalla banale interpretazione di una fattura al confronto tra due prestiti con diversi tassi d’interesse, i ragazzi italiani in media si collocano al penultimo posto (peggio di noi c’è solo la Colombia). E’ necessario quindi garantire agli allievi più dotati e motivati alla comprensione della realtà economica e produttiva l’opzione di costruire la propria cultura e il proprio futuro professionale, qualunque esso sia, sulle moderne scienze economiche e sociali, intese come una terza area scientifica moderna, distinta da quella classica e da quella scientifica. Le scienze economiche e sociali possono infatti offrire a qualunque giovane una dotazione di competenze duttili e moderne, che l’aiuteranno nella lettura della realtà, nelle scelte nell’uso delle risorse, nella comprensione delle attività aziendali, nel rispetto delle regole che presiedono la convivenza civile”. 

Redazione Consiglio Informa

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