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Lucani insigni 2016, Donato Capece
20 giugno 2017, 16:55
Segretario generale del Sappe, già commissario coordinatore del corpo di polizia penitenziaria, ha portato in tutta Italia la tenacia e la fierezza del popolo lucano. Una storia tutta da raccontare, che parte da Albano di Lucania nel 1947
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(ACR) - Si può davvero considerare una storia da romanzo quella di Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), già commissario coordinatore del corpo di polizia penitenziaria, a cui il Consiglio regionale ha conferito il premio “Lucani Insigni 2016”.. Partito da Albano di Lucania, dove è nato il 23 marzo 1947, Donato Capece ha portato con sé in tutta Italia la tenacia e la fierezza del popolo lucano. “Sono orgoglioso della mia terra e di dove sono nato – afferma - l’affetto verso questa terra non è mai venuto meno. Abito dal 1969 in Liguria ma non mi sono mai mimetizzato, non ho mai cambiato il mio modo di comportarmi da lucano puro, e di questo ne vado orgoglioso”.
Giovanissimo, il 22 marzo 1969, si è arruolato nel Corpo degli Agenti di custodia (oggi polizia penitenziaria), dove ha costruito la sua brillantissima carriera. Dal settembre del 1969 ha prestato servizio presso la scuola militare di Cairo Montenotte in qualità di istruttore formatore per gli agenti e docente di materie letterarie, nonché componente della commissione esaminatrice per l’idoneità ad agente di custodia sino al 1990. “Ho abbracciato la carriera militare di agente di custodia, e sono diventato subito dopo vice-brigadiere degli agenti di custodia risultando primo al concorso di 350 unità che partecipavano”, racconta Capece a margine della cerimonia per il conferimento del premio “Lucani Insigni”, che si è svolta il 17 dicembre 2016 nei locali del castello di Lagopesole. “A questo – prosegue - è seguito il concorso da maresciallo, dopo due anni. Anche lì ho superato brillantemente la prova, risultando di nuovo il primo della graduatoria”. Primo, dunque, al concorso per vice-brigadiere, primo al concorso per maresciallo; la carriera di Donato Capece comincia prendere corpo. Tra gli innumerevoli incarichi in seguito rivestiti in seguito quello di comandante di reparto al “Regina Coeli” di Roma e quella di commissario coordinatore del Corpo di polizia penitenziaria, che corrisponde al grado di tenente colonnello, ovvero di vice questore aggiunto, il primo in assoluto a svolgere nel “Corpo” questa mansione.
“Per ben quattro anni ho comandato i reparti per la festa del corpo nazionale in occasione della festa della Repubblica” ci tiene a ricordare Capece, che ha inoltre ha assunto la funzione di comandante di reparto in occasione delle esequie di Papa Giovanni Paolo II, quando il Corpo di polizia penitenziaria è stato impiegato per l’ordine pubblico. E’ stato, poi, direttore responsabile della rivista “Polizia Penitenziaria – Società Giustizia e Sicurezza”, e dell’Agenzia di stampa “Sappeinforma”.
Numerose le onorificenze acquisite nel corso della sua lunga carriera: medaglia d’oro al merito di lungo comando; medaglia di bronzo al merito di servizio; onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica italiana”; onorificenza di “Grandufficiale al merito della Repubblica italiana”; onorificenza di Commendatore all’Ordine “Al merito della Repubblica italiana; medaglia d’argento di benemerenza del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Croce Rossa Garibaldina del Corpi sanitari internazionali.
La sua vita è stata sempre caratterizzata da una grande partecipazione e dedizione per gli studi, coltivati con passione e profitto. Il suo nutrito curriculum del resto non lascia dubbi: dopo il diploma di geometra, Capece ha conseguito la laurea in lettere, la laurea in scienze giuridiche e la laurea specialistica in giurisprudenza, arricchendo poi il suo percorso con tre master universitari e due corsi di specializzazione. Ha inoltre insegnato deontologia professionale, regolamento di servizio e atti di polizia giudiziaria ai corsi di agente, di sovrintendente e di ispettore del corpo di polizia penitenziaria, facendo peraltro ripetutamente parte di commissioni d’esame d’idoneità nelle scuole per allievi agenti. Degno di nota anche l’insegnamento del diritto penitenziario presso la scuola Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri a Roma, senza contare le numerosissime partecipazioni come relatore a convegni, seminari e conferenze su argomenti di carattere politico, sindacale e di sicurezza nazionale. Di notevole interesse le sue conferenze di psicologia criminale presso il dipartimento di scienze umanistiche dell’Università degli Studi di Cassino. Diversi i testi di cui Donato Capece è autore su argomenti legati al rapporto di impiego della polizia penitenziaria, su aspetti sociologici e giuridici relativi al settore della sicurezza ed al carcere in particolare.
Ma la sua vita professionale è stata segnata soprattutto dall’attività sindacale. “Grazie alla mia fede incrollabile nel sindacato e nella tutela dei diritti dei miei colleghi – afferma - ho condotto tantissime battaglie che hanno consentito al corpo di polizia penitenziaria di emergere e di avere tanti diritti che prima erano sconosciuti. Sono stato l’autore, insieme all’allora Ministro della Giustizia Diliberto, della creazione del ruolo direttivo del corpo, vale a dire i commissari – da vice commissario a commissario coordinatore – corrispondente alla qualifica di vive-questore. Io sono il primo commissario di questo corpo”.
Infatti, fino alla data di scioglimento del corpo degli agenti di custodia con la conseguente istituzione del corpo di polizia penitenziaria il personale della polizia non poteva avere una propria rappresentanza sindacale. Con la promulgazione della legge istitutiva del Corpo - di polizia “civile” e non più militarizzata (legge n. 395 del 15 dicembre 1990), anche al personale della polizia penitenziaria viene consentito di essere rappresentato dal sindacato. Cosi l’11 gennaio 1991, per volontà e iniziativa di Donato Capece – allora ispettore del corpo - nasce il primo Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria come espressione della volontà del personale del Corpo di rappresentarsi autonomamente in materia sindacale. Il Sappe raccoglie l’adesione di alcune centinaia di iscritti e decolla rapidamente raggiungendo in breve tempo 1.700 iscrizioni: ciò consente alla nuova organizzazione, nel dicembre 1991, di ottenere la maggiore rappresentatività nell’ambito dell’Amministrazione (relativamente al corpo di polizia penitenziaria) e di partecipare al tavolo della contrattazione con il Governo per il rinnovo del contratto di lavoro annuale.
Da allora e fino all’attuale consolidamento del numero degli iscritti la crescita del Sappe è stata continua. Attualmente il Sappe è l’unica organizzazione sindacale presente in ogni struttura del “sistema carcere” e rappresenta mediamente circa 12 mila appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Ed è anche merito di Donato Capece. (I. C.)
Fonti
Intervista con Donato Capece _ Lagopesole, 17 dicembre 2016