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Bullismo nelle scuole, presentato il bilancio del progetto
24 gennaio 2018, 18:33
Il progetto voluto e condiviso dal Consiglio regionale della Basilicata e dall’associazione “Il cielo nella stanza”
(ACR) - “Bullismo. Strategie condivise per affrontare il problema - Bilancio di un’esperienza nelle scuole lucane”. Questo il tema del progetto di cittadinanza attiva del Consiglio regionale della Basilicata portato a termine con l’associazione “Il cielo nella stanza”. Oggi presentati i risultati di un lavoro condiviso.
Proposte esperienze che hanno avuto come protagonisti gli studenti delle scuole nelle quali gli esperti dell’associazione hanno tenuto incontri nell’ambito del progetto finalizzato a sensibilizzare i giovani
su un problema, il bullismo ed il cyberbullismo, divenuto una vera e propria emergenza educativa. E’ stata l’occasione anche per approfondire vari aspetti del problema: le cause, le strategie da adottare, il ruolo della famiglia, della scuola. Questo sulla base dei bisogni emersi nel confronto con studenti, docenti e genitori.
Per il presidente dell’associazione, Nino Cutro “si è trattato di un’esperienza esaltante quella conclusa con il Consiglio regionale che dovrà avere un prosieguo che terrà conto della importanza delle sinergie per attuare un’azione esaustiva di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole con il lavoro ancora una volta prezioso di professionisti volontari”.
Due gli istituti scolastici interessati dal progetto: l’Istituto Comprensivo di Tito che ha visto la partecipazione attiva da parte della psicologa dell’associazione, Vita Buongermino, che ha spiegato come si è portato i ragazzi a riflettere sulle conseguenze improprie dei social network e come trasmettere le giuste conoscenze ai genitori giusto tramite per le nuove generazioni. “Occorre lavorare sulle emozioni – ha detto Buongermino - e sulla comunicazione assertiva evitando ogni prevaricazione”. L’altro istituto interessato dal progetto è stato l’ “Einstein – De Lorenzo” di Potenza rappresentato dalla prof.ssa Maria De Carlo e dal vice preside, Michele Ramunno, che hanno sottolineato “la grande fondatezza della formula del laboratorio rivelatasi grandemente utile nell’ottenere risultati di rilievo e nell’interessare i ragazzi alle problematiche ormai variegate e, purtroppo, radicate”.
Nell'ambito del progetto la dott,ssa Chiara Sassano si è occupata dei i termini esatti e puntuali della questione concernente bullismo e cyberbullismo, delineandone dinamiche e modalità. Il ruolo delle famiglie con la giusta gestione del problema affidati e illustrati, invece, dalla dott,ssa Angela Granata che ha espresso “l’apprezzamento per le interesse delle istituzioni” e sottolineato “le emergenze da affrontare utilizzando l’educazione al problema e la formazione, ponendo la cultura al centro di un patto educativo tra le istituzioni. La famiglia – ha sostenuto – talvolta rappresenta l’anello debole della catena per il troppo affetto nei confronti dei figli che sfocia in una eccessiva protezione che non lascia trapelare i tanti pericoli legati ad una visione distorta degli strumenti di comunicazione ed alla stessa capacità di rapportarsi con gli altri. Tre i punti cardine: ascolto, esempio e amore, senza assolutamente trascurare i segnali che lasciano trasparire uno stato di malessere, soprattutto psicologico, in coloro i quali sono vittime di episodi di bullismo”.
Nel trarre le conclusioni il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, ha detto esplicitamente “di aver acquisito in virtù dell’incontro nuove conoscenze. Ognuno – ha puntualizzato – deve fare la propria parte per combattere un problema grave che va sempre più diffondendosi. Il ruolo del politico – ha aggiunto – non può essere disgiunto da quello della persona e l’istituzione regionale e nazionale – si è chiesto - hanno fatto tutto il possibile? Bisogna imparare dalla passione e dalla abnegazione degli esponenti dell’associazione ‘Il cielo nella stanza’, occorre capire fino in fondo il loro approccio di volontari al problema, cercando di porre un punto fermo laddove e quando le istituzioni si pongono realmente il problema del bullismo e del cyberbullismo, ormai fuori controllo per molti aspetti. Nell’ottica dell’educazione al corretto uso del web il Senato ha approvato il disegno di legge di contrasto al fenomeno del cyberbullismo, disegno di legge che prevede sostanzialmente misure di prevenzione e di educazione nelle scuole, sia per le vittime, che per i ‘bulli’. Ma quando interviene la legge vuol dire che il danno è stato già creato. Stante il testo attuale, con questa nuova legge ogni scuola avrà un docente con funzioni di referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo che coordina le diverse iniziative di prevenzione e contrasto dei fenomeni, anche collaborando con la polizia postale e le associazioni giovanili presenti sul territorio. Gli uffici scolastici regionali finanzieranno progetti elaborati da reti scolastiche per azioni integrate di contrasto al bullismo e al cyberbullismo e di educazione alla legalità. Le scuole faranno più educazione all'uso consapevole del web e dei social".
"Esiste – ha comunicato - una legge regionale su bullismo e cyberbullismo, già approvata in Commissione consiliare e che presto andrà in vigore, essendo stata frenata da un mero inghippo contabile. Fondamentale la relazione tra scuola e famiglia e trovare le modalità giuste di ‘attacco’ per far scattare l’interesse al problema. Investire dalle scuole e nelle scuole, quindi, con un sistema informativo basato sulla prevenzione e l’educazione che funzioni efficacemente. Bisogni valoriali da tutelare e crisi dei valori da combattere senza arrendersi anche dinanzi alla possibilità di un progetto fallito. Rilanciare in positivo con la piena interazione tra istituzione e comunità che deve proporre modalità e tempi di utilizzo delle risorse disponibili per combattere un fenomeno sempre più invasivo. Le scuole – ha detto ancora Mollica – istituiscano una materia che si occupi di social, mentre l’istituzione Consiglio regionale continuerà a ragionare per capire e risolvere, coinvolgendo anche i Dipartimenti regionali con le loro disponibilità economiche. L’utilità reale di intervenire – ha concluso – con un patto naturale che veda più impegno e volontà”.