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Manifesto pubblicitario, Blasi: le parole sono importanti
31 marzo 2018, 10:01
Per la presidente della Crpo “la violenza non è un problema solo delle donne e parlarne vuol dire soprattutto confrontarsi ed informarsi. L'iniziativa a cui fa riferimento il manifesto, potrà essere un'occasione utile per farlo”
(ACR) - “Quando ci si interroga come comunità su alcuni problema è perchè si mette in conto di poter ottenere delle risposte. Il dibattito scatenato da un manifesto affisso a Potenza dimostra la necessità di affrontare determinate tematiche , quali la violenza contro le donne tenendo presente il contesto ed il messaggio che si vuol dare utilizzando un opportuno linguaggio”.
E’ quanto afferma la presidente della Commissione regionale pari opportunità, Angela Blasi per la quale “è naturale rimanere perplessi rispetto ad un messaggio quale ‘Amore, ma se mi uccidi, dopo chi picchi?’, un messaggio che può e deve suscitare ribrezzo, una frase che se si decontestualizza ( è il titolo di un cortometraggio) corre il rischio di creare fraintendimenti pericolosi”.
“Non possiamo, infatti ,dimenticare – aggiunge - di vivere in un mondo in cui, purtroppo, tante sono le donne vittime di violenza; un mondo che, aridamente disumanizzato, necessita di rieducarsi alla cultura del rispetto. Dobbiamo continuare a pretendere che si parli della violenza contro le donne, che lo si faccia coralmente e non nei soliti spazi, che se ne parli in maniera costruttiva e mai banale. Dobbiamo far si che tutta la comunità si renda conto che la violenza non è un problema solo delle donne , ma è un problema della società. Dobbiamo essere consapevoli che parlarne vuol dire soprattutto confrontarsi ed informarsi”.
“L'iniziativa a cui fa riferimento il manifesto – conclude Blasi - potrà essere un'occasione utile per farlo. Il linguaggio, oggi, può essere un elemento fondamentale per la battaglia contro la violenza, ma spesso può rappresentare anche un'arma inadeguata. La nostra città ha dimostrato di essere attenta alla lettura dei messaggi e non ha mai lesinato critiche nel giudicarli. Facciamo si, allora, che questo episodio possa servire per crescere culturalmente con la consapevolezza che le parole che si esternano sono importanti e possono essere pericolose se ostili”.
L.C.