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Qualità credito, Napoli: in Basilicata decollo difficoltoso
10 settembre 2018, 12:28
Per il consigliere regionale “la qualità del credito in Basilicata stenta a migliorare ed è ancora alta la percentuale dei crediti deteriorarti delle imprese”
(ACR) - “In Basilicata le condizioni del mercato del credito stentano a migliorare sul versante qualitativo, facendo registrare le imprese una percentuale di crediti deteriorati sui crediti totali del 32,1 per cento, nettamente maggiore della media nazionale (25,1 per cento) e ben lontana da quella che si riscontra in altri contesti territoriali come la Provincia di Bolzano(8,80 %), il Friuli Venezia Giulia o il Piemonte(18,8 %)”.
A dichiararlo, in una nota, il consigliere regionale, Michele Napoli, sulla base di uno Studio pubblicato nei giorni scorsi da Confartigianato su dati Banca d’Italia.
“La qualità del credito risulta leggermente migliore se si analizzano i dati relativi alla piccole imprese - aggiunge Napoli - registrandosi in Italia una quota di crediti deteriorati del 23,5 per cento, che per le piccole imprese lucane sale al 29,1 per cento”.
“E’ proprio dalle risultanze dello Studio di Confartigianato - spiega Napoli - che emerge come le restrizioni nell’erogazione del credito che si osservano in Basilicata dipendono dalla più alta rischiosità che le banche attribuiscono alle piccole e medie imprese, un elemento rispetto al quale la Regione potrebbe e dovrebbe fare di più attraverso un valido sistema di garanzie in favore delle imprese”.
“Se all’analisi di Confartigianato si aggiunge che i tassi di interesse effettivo per le operazioni a breve termine che le piccole imprese lucane sono costrette a pagare risultano maggiori di 1,5 punti percentuali rispetto alla media italiana - conclude il Vice presidente del Consiglio regionale - emerge per davvero un quadro a tinte fosche delle dinamiche creditizie in Basilicata, che occorre invertire al più presto mediante strumenti come il microcredito, che in passato hanno riscosso successo presso la platea delle micro imprese, rappresentando per le stesse una utile boccata d’ossigeno in attesa di migliori condizioni del tessuto produttivo legate ad una crescita economica più favorevole”.