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Giuliano: una legge per i minori stranieri non accompagnati
27 giugno 2019, 12:47
Il garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza della Basilicata ha riproposto questa necessità nell’incontro che si è svolto ieri a Roma
(ACR) - “In Basilicata al 30 novembre dello scorso anno erano presenti 163 minori non accompagnati di cui la maggior parte diciassettenni, sei quindicenni e 7 sedicenni. Ad oggi di questi minori ne sono rimasti sul territorio lucano 87 ed il dato preoccupante è che la maggior parte dei 76 partiti dalle strutture lucane che li ospitavano non sappiamo più nulla. Non sappiamo dove sono e come stanno. Dei 76 19 hanno raggiunto la maggiore età, 4 sono stati inviati in strutture extraregionali e due hanno potuto ottenere il ricongiungimento familiare ma ben 48 sono irreperibili”.
Lo ha detto il garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza di Basilicata Vincenzo Giuliano, che ieri a Roma ha partecipato all’incontro organizzato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ed è intervenuto “per riproporre la necessità di una proposta di legge finalizzata a incentivare l’inserimento dei minori stranieri non accompagnati”.
Il garante ha evidenziato che “si rende necessario riconsiderare l’intero sistema di accoglienza. Ho già rivolto, tempo fa, l’invito alla Regione Basilicata ed al Garante nazionale. A Roma ho voluto insistere sulla proposta di legge basata su un maggiore coinvolgimento delle famiglie”. A suo parere “il sistema di accoglienza deve essere strutturato non solo attraverso la rete delle comunità educative ma anche attraverso la partecipazione delle famiglie che si possono candidare ad ospitare i minori non accompagnati incentivandone una concreta integrazione”.
“Secondo quanto previsto – ha continuato Giuliano- si può dare la possibilità alle stesse comunità educative di selezionare le famiglie che diventerebbero un’appendice delle comunità. I minori in tal caso non sarebbero considerati un peso per le comunità ospitanti ma una risorsa anche finanziaria. Alla luce, inoltre, della nuova legge che limita i permessi per ragioni umanitarie i ragazzi avrebbero la possibilità di restare in Italia solo per motivi di studio o lavoro. Anche di questo abbiamo parlato a Roma perché è necessario trovare nuovi strumenti utili a garantire una continuità nei progetti di inserimento iniziati a partire da una riflessione sul sistema degli affidi”.