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Acito: “Matera locomotiva dell’economia digitale”
22 luglio 2019, 13:43
Per il consigliere di Fi, che ha partecipato all’evento “U-Link Academy Basilicata”, “l’idea di Huawei di portare la sua Academy a Matera, conferma la giusta intuizione che ha spinto la ‘svolta verso l’innovazione’ operata dalla città dei Sassi”
(ACR) - “La Basilicata riparte dall’innovazione”: lo ha detto il consigliere regionale Vincenzo Acito (Forza Italia) nel suo intervento svolto venerdì scorso in rappresentanza della Regione Basilicata all’evento “U-Link Academy Basilicata”. “La Basilicata potrebbe essere sede di una Huawei Academy, ospitata nell'Ateneo lucano, e questo attesta il grande interesse per la nostra regione da parte dei grandi attori dell’innovazione”, ha affermato Acito ricordando che nel corso dell’evento, organizzato da Svimez e Fondazione “Transita” il responsabile dei progetti Smart Cities di Huawei Italia, Vincenzo Strangis, ha annunciato la firma dell’accordo che darebbe valore internazionale all’innovazione lucana.
“Matera è tra le 5 città italiane che sperimentano le frequenze della tecnologia 5G sino al 2021 - ha aggiunto Acito, che in passato ha seguito questi temi nel suo mandato da assessore all’innovazione del Comune di Matera - sino a quella data le aziende, che sono fisicamente insediate a Matera, potranno utilizzare le connessioni per testare e realizzare applicazioni poi oggetto di una estensione del mercato, nazionale ed internazionale, dopo il 2021, rappresentando un enorme vantaggio competitivo per le aziende insediate. Per questo motivo il comune di Matera ha pubblicato, nel marzo 2018 con scadenza 31 luglio 2018, un bando internazionale per offrire l’utilizzo di un palazzo di proprietà comunale, immobile di San Rocco, già sede l’Università della Basilicata sino a Novembre 2018, trasformandolo in un Hub per la ricerca e l’innovazione. Prima della scadenza del bando, nel giugno 2018, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha sottoscritto, con il Comune di Matera, una convenzione per insediarsi, all’ interno dell’Hub di San Rocco, occupando 250 metri quadrati netti su un superficie totale disponibile di circa 2400 mq. Il bando internazionale non prevedeva alcun contributo pubblico, ma solo l’utilizzo degli spazi previo pagamento di un canone al Comune, i cui introiti sarebbero serviti per erogare servizi connessi all’Hub. Al bando hanno risposto 14 soggetti imprenditoriali, alcuni quotati alla borsa di Milano, alla City di Londra, altri con un progetto che vede presenti la George Brown University di Toronto, oltre a Campania New Steel, unico incubatore meridionale certificato nel Mezzogiorno, emanazione della Università Federico II di Napoli e strettamente connesso con la Apple Accademy presente nella sede della Federico II di San Giovanni a Teduccio a Napoli. Che questo sia l’esempio fondante che suggerisce a Huawei l’idea di portare la sua Academy a Matera, conferma di fatto la giusta intuizione che ha spinto la ‘svolta verso l’innovazione’ operata dalla città di Matera, che si fa propulsore di un processo che comincia ad interessare l’intera Regione, e che sarà governato con attenzione e programmazione”.
“Nel periodo in cui ho svolto il ruolo di assessore all’innovazione e pianificazione strategica del comune di Matera - ha detto ancora Acito - è stato attivato anche un collegamento privilegiato con la Silicon Valley, dove il materano Alberto Acito, dirige un struttura, finanziata dalla Cassa depositi e prestiti, per attrarre investitori americani in Italia. In parallelo con il bando internazionale, il comune di Matera aveva già acquisito, nei mesi precedenti, la disponibilità ufficiale dell’Università degli Studi di Basilicata, dell’ Università Federico II di Napoli, dell’ Università di Bari, del Politecnico di Bari, dell’ Università di Lecce, dell’ Università di Pavia, della Svimez, della George Brown University di Toronto per costituire un comitato promotore di indirizzo, al fine di costruire, insieme al comune, la strategia digitale che, partendo da Matera città della sperimentazione del 5G, avrebbe interessato almeno il resto della Basilicata, oltre a Puglia e Campania. Nell’ Hub di San Rocco, oltre al CNR, ai 14 imprenditori che hanno risposto, al Comitato promotore, che oggi è fermo, dovrebbero essere coinvolti i tre colossi che hanno vinto la gara del 5G (Tim, Fastweb e Huawei) ed Open Fiber che sta stendendo la fibra ad 1Gbps a Matera, cioè Enel e Cassa depositi e prestiti”.
A parere di Acito “per far decollare l’ Hub di San Rocco serve, però, un cervello interno, un incubatore che abbia dimostrato successi in esperienze precedenti e non area parcheggio di ragazzi volenterosi e niente più, in grado di coordinare e dialogare con tutti i soggetti sin qui coinvolti, che sia in grado di assistere e far partire le start-up, che sia in grado di attivare processi di co-working, già previsti nell’ Hub per circa 600 mq, che sia nelle condizioni di assistere le imprese sui progetti di ricerca ed innovazione candidandoli ai fondi nazionali e comunitari anche in vista della prossima programmazione dei fondi comunitari 2021-2027. Con un soggetto privato riconosciuto per le proprie capacità di incubazione, da scegliere con evidenza pubblica nel panorama internazionale, si potrebbe far partire, da Matera, un progetto sul digitale che potrà sicuramente coinvolgere l’intera regione, sfruttando la rete della fibra che nel 2020 raggiungerà tutti i comuni della Basilicata e puntando alla programmazione comunitaria 2021-2027 che destina oltre il 30% delle risorse alla ricerca ed innovazione. Nel panorama generale si aggiunge la realizzazione della casa delle Tecnologie Emergenti, decreto MISE del 26/3/19, prevista nell’ area Paip2 di Matera, che ha l’obiettivo di realizzare un’ ulteriore infrastruttura tecnologica agganciata all’ Hub di San Rocco, che rimane cuore e cervello di tutta l’azione di ricerca ed innovazione sia per la già avvenuta disponibilità delle imprese interessate dal bando internazionale, sia per la immediata disponibilità rispetto ai tempi di realizzazione dei lavori di ristrutturazione previsti nell’ immobile del Paip2 (termine lavori edili previsti: fine 2020 salvo complicazioni)”.
“Serve - conclude Acito - un coordinamento tra i vari soggetti interessati, con in testa la Regione che deve interloquire con Mise, Università della Basilicata e Comune di Matera per evitare di disperdere, in mille rivoli contrapposti, un’opportunità irrepetibile per Matera e l’intera Regione Basilicata. Matera, quindi, può diventare la locomotiva che potrebbe trascinare l’economia digitale regionale, considerando che ogni Comune lucano ha le potenzialità per consentire l’insediamento di iniziative imprenditoriali, anche micro imprese, per sviluppare applicativi e soluzioni che il mercato dell’Hi-tech richiede”.