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Piano Parco Gallipoli Cognato, via libera da terza Ccp

31 luglio 2019, 15:13

Il provvedimento è stato approvato all’unanimità. Prima del voto auditi il presidente e il direttore del Parco, Mario Atlante e Marco Delorenzo

© 2013 - Un momento dei lavori

© 2013 - Un momento dei lavori

(ACR) - La terza commissione (Attività Produttive – Territorio e Ambiente) del Consiglio regionale di Basilicata, presieduta da Piergiorgio Quarto (Bp), ha espresso parere favorevole all’unanimità sulla delibera di Giunta inerente l’approvazione Piano del Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane. Erano presenti al momento del voto oltre al presidente Quarto, i consiglieri Sileo e Aliandro (Lega), Acito e Bellettieri (Fi), Trerotola (Pl) e Giorgetti (M5s). I consiglieri Braia (Ab) e Polese (Pd) prima del voto hanno abbandonato l’aula per protesta non essendo stata accolta la loro richiesta di audizione dei sindaci dei Comuni interessati dall’area Parco. Il presidente dell’organismo consiliare Quarto dopo aver precisato che “tutti gli iter previsti sono stati svolti prima della stesura definitiva del Piano, compreso il coinvolgimento dei cinque sindaci interessati” ha sottolineato che programmerà, in una prossima seduta della Commissione, l’audizione dei sindaci unitamente ai vertici del Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane “per una illustrazione esaustiva del Piano”.

Prima del voto sono stati auditi il presidente e il direttore del Parco Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane, Mario Atlante e Marco Delorenzo che hanno illustrato le linee generali del Piano del Parco e hanno evidenziato l’importante lavoro effettuato in sinergia con il dipartimento Ambiente.

“La base di partenza del Piano – ha precisato De Lorenzo - è stata la carta degli habitat che vede presenti 27 diversi habitat nel Parco. Dall’analisi di questi 27 habitat si è giunti ad una zonazione del Parco che ha prodotto sei aree del territorio e precisamente: riserva generale orientata tipo A (mantenimento e conservazione degli equilibri ambientali), riserva generale orientata tipo B (miglioramento degli equilibri ambientali), area di protezione tipo A (ambiti agricoli di valore ecologico), area di protezione tipo B (ambiti di valore ecologico per presenza di mosaico vegetazionale), area di protezione tipo C (corridoi ecologici e fasce ecotonali), area di promozione”. De Lorenzo ha poi posto in evidenza le norme relative alla raccolta dei funghi e al trasporto delle armi all’interno del Parco. “Con l’approvazione del Piano del Parco – ha spiegato - si potranno fornire le autorizzazione necessarie al trasporto delle armi e alla raccolta dei funghi e dei tartufi nel territorio del Parco”.

“Il Piano del Parco – ha sottolineato De Lorenzo - è stato subordinato al piano paesistico di area vasta del territorio. Subordinazione che invito questa assise ad eliminare o perlomeno ad affievolire per dare maggiore incisività al Piano. Urgente – ha concluso il direttore del Parco rivolgendosi ai commissari - l’approvazione del Piano non oltre la fine del mese di settembre, considerato anche il riconoscimento di carattere europeo che stiamo per ricevere, il diploma europeo delle aree protette”.

“Il Piano per il Parco – si legge nella relazione –  è lo strumento previsto dalla legge 394/91 per tutelare i valori naturali e ambientali nonché storici, culturali, antropologici tradizionali del territorio protetto e rappresenta il livello di pianificazione sovraordinato a tutti gli altri livelli di pianificazione (tranne il complesso intreccio sviluppatosi temporalmente con le norme di pianificazione paesaggistica). Il Parco si estende per circa 27 mila ettari e risulta diviso tra le due Province di Potenza (Castelmezzano e Pietrapertosa) e Matera (Calciano, Accettura e Oliveto Lucano). L’intera area è caratterizzata dalla presenza di specie floristiche e faunistiche di notevole importanza e dall’esistenza di tipologie di edifici rurali da preservare e recuperare, alcune delle quali adeguate alla pratica della zootecnia biologica. Sul territorio del Parco insistono condizioni di tutela diversificate riconducibili a norme susseguitesi nel tempo e attribuibili a diversi livelli gerarchici, ognuno dei quali rimanda a specifici criteri di gestione del territorio. Il Piano intende essere il punto d’incontro e di equilibrio dei principali obiettivi di gestione: conservazione e restauro dei valori naturali e culturali e promozione di uno sviluppo economico e sociale del territorio locale. Di conseguenza, punta all’integrazione tra le diverse discipline relative alla gestione della natura, del paesaggio, degli usi del suolo e delle attività di fruizione. Le linee strategiche dettate dal Piano rappresentano le azioni necessarie per ovviare alle criticità, per incentivare e valorizzare le qualità, i fattori propulsivi e le potenzialità, per innescare processi evolutivi e di miglioramento economico e sociale, assumendo le valenze ambientali e territoriali in genere come risorse di base”.

“Il Piano – si legge ancora nella relazione allegata al provvedimento - suddivide il territorio in base al diverso grado di protezione, prevedendo: riserve generali orientate, nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell'Ente parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione delle opere esistenti; aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità; aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori”.

Sono intervenuti nel corso del dibattito i consiglieri Polese, Braia, Trerotola, Acito, Aliandro, Sileo e Giorgetti. Tra gli argomenti posti all’attenzione del direttore e del presidente del Parco Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane quello dei danni da fauna selvatica e delle attività di selecontrollo, la promozione di azioni volte alla produzione di economia e quindi all’occupazione,  il piano di assestamento forestale.

Erano presenti ai lavori della Commissione oltre al presidente Piergiorgio Quarto (Bp), i consiglieri Gino Giorgetti (M5s), Vincenzo Mario Acito e Gerardo Bellettieri (Fi), Gianuario Aliandro e Gerardina Sileo (Lega), Giovanni Vizziello (Fdi), Luca Braia (Ab), Mario Polese (Pd), Carlo Trerotola (Pl).










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