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Cordial Laraia: vestigia del modo lucano di fare impresa
12 agosto 2014, 12:22
Storia della distilleria fondata a Laurenzana da Artemio Laraia, che all’inizio del Novecento fu capace di esportare i suoi successi nel mondo. Venti medaglie d'oro, croce al merito e brevetto della real casa i rinomati premi del liquore al caffé
(ACR) - Ogni persona di genere femminile, d'età tra i 50 e gli 80 anni, che è nata e vissuta a Laurenzana, nel silenzio della propria cucina, crede di riprodurre un'antica alchimia della distillazione lucana. Un sapore al caffè e il gusto di un glorioso passato. Ogni persona di genere maschile, d'età compresa tra i 50 e gli 80 anni, che è nata e vissuta a Laurenzana, entra in un bar col rammarico di trovare solo locandine storiche e bottiglie vuote del Cordial Caffè Laraia. Una vecchia gloria dell'economia laurenzanese e quasi un simbolo dell'identità del paese.
La premiata Distilleria Artemio Laraia e figli di Laurenzana, uno dei fiori all'occhiello dell'economia lucana del primo Novecento: 20 medaglie d'oro, croce al merito e brevetto della real casa. Il suo mercato estero è soprattutto il continente americano. Produce tutti i distillati, dal cognac alla ferrochina, dal rhum alla strega, ma la sua punta di diamante è un liquore al caffè: il Cordial Caffè. Una miscela di caffè importata direttamente dal Brasile mescolata a essenze alchemiche che lo rendono unico e inimitabile ancor oggi. La ricetta è rimasta celata dietro il cancello della vecchia fabbrica, che ha chiuso i battenti nel 1955, cedendo la licenza del Cordial ai Vena di Pisticci. La licenza ma non la ricetta. La ricetta è tutt'ora il segreto dell'alchimia Laraia.
Dopo il Cordial Caffè Laraia, nasceranno prima il Caffè Sport e poi il Caffè Borghetti... ma solo dopo. Il primo liquore al caffè venduto nel Regno d'Italia si chiama Cordial Laraia e, cordialmente, è stato dimenticato dalla Repubblica e dal resto dei lucani.
Una storia tra erbe, alambicchi e vie di comunicazione: la nascita della Distilleria Artemio Laraia e figli
E' il 1887, Laurenzana sembra essere vocata a diventare snodo fondamentale verso le Calabrie. L'inchiesta Massari, voluta da Cavour per censire le condizioni del Meridione post-brigantaggio, rivela alcune particolarità positive del paese: un'economia fondata sull'artigianato, ben sviluppata e con preziose competenze. Armi di precisione ma anche coltivazione del gelso per lo sfruttamento del baco da seta, fanno del paese un contesto abbastanza ricettivo all'iniziativa imprenditoriale.
In una stanzetta, ai piedi del monte Caperrino, uno di questi piccoli industriosi laurenzanesi, pensa di mettere a frutto un'antica conoscenza del posto: l'arte della distillazione. E' Artemio Laraia Senior: un piccolo commerciante riscopre un sapere del XVI secolo, portato dai monaci Francescani Minori, quando si stanziarono a Laurenzana e cominciarono a studiare tutte le erbe locali per farne farmaci e liquori.
Così comincia una piccola produzione e distribuzione di distillati creati da Artemio e i suoi figli. Il seme è lanciato. Per il vigore e lo sviluppo dei frutti dobbiamo aspettare il figlio Pasquale. E' lui che intuisce la forte potenzialità strategica di Laurenzana per le vie di comunicazione, la sua posizione ad asse fra Sud e Nord. Sfrutta la centralità logistica del posto e crea una serie di relazioni commerciali, sia via terra che via mare, le quali permetteranno poi di superare i confini nazionali e di fare grossi affari con le Americhe.
In questa pianificazione strategica rientra anche il forte impegno di Pasquale Laraia nel far portare la ferrovia a Laurenzana. La sua importanza economica e la sua intima amicizia con Francesco Saverio Nitti fanno da catalizzatore delle volontà ministeriali e lui, per ringraziare, ospita gratuitamente tutti gli ingegneri impegnati nell'opera.
Il Cordial Caffè e gli altri prodotti Laraia
La fabbrica dei liquori dà lavoro a tutte le donne di Laurenzana, non c'è una famiglia che non abbia almeno una lavoratrice occupata nell’azienda di Laraia. Con un sistema di equa turnazione, un po' per ciascuna ma esce lavoro per tutte. Chi prepara la colla, chi mette le etichette, chi prepara i recipienti... ma il vero processo di trasformazione del caffè lo fanno direttamente Pasquale, la moglie e la figlia Teresa. La torrefazione, macinazione e sublimazione del caffè sono mansioni della proprietà. Ultima operazione, essenza segreta del Cordial, è attività specifica di Pasquale: nell'ultima sala in alto della fabbrica, sempre da solo, il “cavalier” Laraia procede alla combinazione segreta degli “aromi”. Nessuno conosce quali e quanti ne abbisognano, solo il “padrone”.
Venti medaglie d'oro, tra cui quelle vinte a San Francisco, Los Angeles e New York; croce al merito e brevetto della real casa i rinomati premi del Cordial Caffè. Di conseguenza anche Pasquale, ormai “cavaliere”, riceve onorificenze e attestati di stima pubblici. La distilleria diventa fornitrice speciale della casa reale. Ma il Cordial non è l'unico prodotto. La distilleria è ben piazzata anche per Cognac, Ferrochina, Rhum, Fernet, Anice, Aperitivo, Streghetta e un liquore fatto di sole erbe locali, il Settantotto Erbe.
L'importanza dei lucani emigrati
Uno dei motivi del grande successo del Cordial Laraia è la qualità del caffè. La scelta delle miscele deve essere la migliore al mondo. Come ottenere il meglio del caffè? Dove si produce, è logico. E allora ecco in soccorso il popolo di emigranti laurenzanesi e lucani nelle Americhe.
Dopo l'unità italiana, la vessazione tributaria, la disoccupazione e il secolare problema del latifondo, portano migliaia di lucani a emigrare verso il Nuovo Mondo, il sogno americano. Pasquale Laraia ha famigliari e amici emigrati, soprattutto in Brasile, Argentina e Stati Uniti. Saranno loro a scegliere, mandare e garantire l'arrivo delle più pregiate miscele di caffè del momento. I suoi curatori sono ben selezionati e d'origine laurenzanese. Rapporti molto intensi, non solo a livello commerciale ma anche personale. Uno dei maggiori segreti del Cordial Caffè è proprio l'esclusività della miscela, che proviene da zone particolari del Sudamerica, sulle quali solo Laraia ha diritto d'esportazione.
I mercati comunicano tramite il porto di Napoli, dove Pasquale ha altri stretti fiduciari. Per evitare scambi e contrabbando delle partite di qualità, come quelle del caffè, i “ganci” del Laraia seguono la merce dalla partenza sudamericana all'arrivo a Napoli, poi avviene la consegna a vettori, sempre ben identificati e di fiducia, che sorvegliano la merce fino a Laurenzana.
Un altro aiuto fondamentale dagli emigrati lucani, Pasquale lo ha durante il secondo conflitto mondiale. Il blocco delle importazioni ed esportazioni verso le Americhe sono un gran problema per gli affari della distilleria. Laraia contatta il cugino Luciano, sottotenente dell'esercito americano, che arriva a Laurenzana per contrastare il nazifascismo, e gli espone il problema del reperimento della materia prima. “Non ti preoccupare”, ribatte Luciano, il caffè continuerà ad arrivare. E così sarà. Arriverà intestato al sottotenente americano finché i mercati non torneranno liberi.
Il fascismo e la fine di un simbolo
Nonostante l'aiuto del cugino Luciano e dei tanti laurenzanesi sparsi per il mondo nel coadiuvare l'opera di Pasquale Laraia, soprattutto nella sua strategia di importazioni ed esportazioni, il fascismo e la guerra non lasciano indenne gli affari della distilleria.
L'assenza di libertà politica e di pensiero sono la prima mannaia della distilleria. Il cavalier Pasquale Laraia è il primo antifascista dichiarato di Laurenzana. La sua forte amicizia con Nitti, lo porta a seguirne le tracce sia di partito che di resistenza ideologica. E, proprio come l'ex Presidente del Consiglio italiano, più volte viene imprigionato e prende la via dell'esilio, verso Lampedusa. Il ruolo politico di Pasquale Laraia, durante il Ventennio, sembra essere di rilievo non secondario, se parte dei suoi carteggi è conservata negli Archivi Segreti del Vaticano.
Le intimidazioni e i sabotaggi, con veri e propri attacchi squadristi alle riserve aziendali, non sono mancati. L'economia di guerra e del dopoguerra danno il colpo finale. Pasquale è stanco nel corpo e nella mente, il lavoro comincia a costare molto di più, tutto quel tessuto di relazioni prebelliche e quella speranza di riuscire vengono meno. Le tasse subiscono un'impennata vertiginosa e i costi della distribuzione non sono più sostenibili per la distilleria. Entra in una forte crisi che si porta dietro anche la vita di Pasquale.
Nel 1953 il capitano dei liquori laurenzanesi muore. Il timone passa nelle mani di Artemio Junior, ma la nave è fortemente rovinata e risulta ingovernabile. Il problema delle infrastrutture lucane si aggrava e i costi logistici sferrano il colpo finale. Artemio Junior, nel 1955, è costretto a chiudere la fabbrica e affittare la licenza del Cordial Caffè ai fratelli Vena di Pisticci, gli stessi che diventeranno famosi per l'Amaro Lucano.
Il sogno di un'azienda famigliare laurenzanese, capace di esportare il suo marchio nel mondo, si è infranto. Artemio Junior ci riprova qualche anno dopo. Assieme a uno dei più bravi avvocati lucani degli anni '60, il cugino Felice Fiordelisi, chi ha venduto tenta di ripristinare la distilleria. Niente da fare: i tempi non sono più gli stessi e, soprattutto, lo Stato non incentiva le imprese produttrici di alcolici. Questa la causa passata alla memoria dei discendenti Laraia. E da allora, il dolore della famiglia è così forte da far cadere sulla vicenda un luttuoso velo d'oblio sulle glorie e il fallimento.
Ma Laurenzana ancora ricorda. Ogni bar espone una locandina della Premiata Distilleria Laraia e figli. Ogni donna pensa di possedere il segreto di un liquore al caffè che ha rappresentato un'appartenenza e una fonte di guadagno per un Sud che poco si ricorda di loro. (C. B.)
Fonti:
Interviste a
Pasquale Laraia Junior, figlio di Artemio Junior e nipote di Pasquale Senior
Giovina Fiordelisi, figlia di Teresa Laraia e nipote di Pasquale Senior
Gaetano Cantisani, storico di Laurenzana